L’olimpico romano impero

Cesare, Asterix
Il Cesare del cartone animato di Asterix

Nota: la storiella di seguito é frutto della fantasia dell’autore.

Il giorno 14 febbraio 2012 il Triumvirato di Roma Capitale Pescante-Petrucci-Alemanno chiese udienza  al Console Monti, al fine di discutere di un progetto importante: regalare all’Italia un sogno. Roma 2020, esattamente 60 anni dopo il primo evento olimpico italiano. Un sogno che avrebbe garantito centinaia di migliaia di posti di lavoro, nuove strutture ed infrastrutture per Roma Capitale, un tocco di vernissage ad un Impero mai realmente decaduto ed un nuovo stadio per la Roma e la Lazio. Il tutto spendendo pochissimo, perché avrebbero trovato fior di investitori italiani e anche stranieri, già regolarmente appaltati tramite gara pubblica. In cambio, lo Stato avrebbe solo dovuto inserire una piccolisssssssima accisa sulla benzina “Pro Roma 2020”: il popolo capirà, avrebbe sostenuto Pescante.
Quel cattivone di Monti, pur apprezzando le buone intenzioni del Triumvirato ed elogiando il progetto presentato, negó tuttavia l’appoggio del Governo. Si narra che, infastidito dalla costante pressione esercitata dal Triumvirato Romano, il Console avrebbe lasciato la Sala del Consiglio come suo solito scomponendosi e sbuffando e, rivolgendosi ai Ministri, avrebbe affermato a voce sostenuta “ho una rogna da risolvere, torno subito e riprendiamo a raccontare le barzellette sul posto di lavoro fisso, ahah”. Monti avrebbe tirato fuori la solita lagna sui conti, sul rigore, sui sacrifici richiesti agli italiani: il Triumvirato avrebbe a sua volta replicato che in questo modo si affossava ogni politica di crescita economica a causa di un rigorismo teutonico-tremobocconiano.
Niente, alea iacta est.
Il Triumvirato, preso atto della decisione, si ritiró cosí nei propri palazzi: Pescante chiamó il suo amichetto Rogge del CIO, dicendogli in lacrime che aveva perso il lavoro, che era in atto una congiura e che all’età di soli 74 anni avrebbe preso una pensione da fame, non avendo versato abbastanza contributi quando era parlamentare; Petrucci si dannava l’anima perché, costruendo i nuovi stadi per Roma e Lazio, avrebbe potuto trasformare lo stadio Olimpico, ottenendo la sua nuova e gloriosa sala Riunioni del CONI; Alemanno stranamente non riusciva ad argomentare alcunché e, persa la sua celebre ars oratoria, era stato solo in grado di affermare: “Ao’, e pensare che gli ho pure spalato il vialetto de casa, a sto str…. de Monti! E mo’ chi li sente quei bburini de Bossi e Calderoli?! Me faranno il verso tutti i ggiorni!!”. I quali Bossi e Calderoli, da veri amici, gli hanno subito telefonato, proponendogli di andare a spalare la neve anche in Padania: retribuzione ottima, ovviamente in nero.

Chiosa finale: oggi si legge di “perdita di credibilità all’estero”, “occasione buttata”, “diamo all’estero un segnale che non abbiamo fiducia nei nostri mezzi”. Negli ultimi mesi decine di amministrazioni comunali, provinciali e regionali sono state spazzate via da indagini per corruzione, fondi neri e appalti pubblici truccati; abbiamo ancora vive nella memoria le inchieste sul G8 de L’Aquila e sui Mondiali di Roma (strano che Petrucci non se ne ricordi…); abbiamo appena dimostrato al mondo intero che Roma non é in grado di sostenere una nevicata fuori dal normale. La credibilità l’abbiamo persa anni fa, non ieri. Sarebbe l’ennesima occasione di mostrare che sappiamo fare le cose, ma evidenziando la nostra grande arte di arrangiarsi, senza costruire nulla nel lungo termine. Quanto di positivo e strutturale é rimasto dopo le Olimpiadi invernali di Torino 2006, oltre ad una città bellissima e quanto mai affascinante? Se le Olimpiadi servissero non solo a rifare il makeup al Paese, ma anche a spazzare via i Poltronisti, allora sí, abbiamo buttato via una grande occasione: lo scopriremo solo vivendo.


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