Ok il prezzo (non) è giusto | Magnitudo apparente
Poco più di un anno fa, riportavo il post di Elena, che decideva di lasciare l’Italia per trasferirsi a Londra, definendosi Solo un’altra che se ne va.
Poco più di un anno fa, riportavo il post di Elena, che decideva di lasciare l’Italia per trasferirsi a Londra, definendosi Solo un’altra che se ne va.
Nella puntata #2 Emigrare sì, ma perché?, mi sono soffermato sui motivi che possono indurre alla scelta dell’emigrazione, sottolineando due modelli che derivano dalla necessità di lasciare il proprio paese:
Terza puntata della seconda stagione di Si viene e si va e iniziamo con qualche numero: gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) sono aumentati in dieci anni del 49,3%.
Avevate indossato il miglior tailleur o la migliore cravatta su un completo quasi da cerimonia. Vi sembrava che il colloquio fosse stato incisivo ed efficace come non mai, l’intervistatore vi aveva dato segnali confortanti.
Do you know anyone in New York? Yes. Who? Yes. (tratto da The Terminal, 2004) Due anni fa, nel mio post intitolato Babele (qui potete rileggerlo), proponevo una riflessione sulle capacità linguistiche di noi italiani e sulle positive iniziative del Politecnico di Milano e di Torino di attivare corsi esclusivamente in inglese.
Una nazione in fuga. Così viene definita l’Italia su CapX, magazine inglese di stampo liberale (l’articolo completo Italy: a nation on the run lo leggete qui). Si parte da un concetto: “uno degli obiettivi dell’Europa è la libera circolazione di capitale umano”.
Ricordate Elena Torresani? Avevo riportato il suo sfogo qui. Era in procinto di partire per l’estero.
Credo nel lavoro. Credo nel suo potere taumaturgico.
Nelle mie interviste della rubrica Si viene e si va, ho il piacere e la fortuna di chiacchierare con persone che vivono o hanno vissuto l’esperienza dell’emigrazione. Alcuni sono andati via per scelta, altri per necessità: sono letteralmente scappati.
Nella rubrica Si viene e si va, racconto storie di persone che hanno fatto una scelta. Quello che vi presento oggi è l’inizio di una di queste storie: un inizio un po’burrascoso, la classica porta sbattuta in faccia ad un paese che spesso umilia e non sostiene i propri cittadini.