Il Family Day visto da un sacerdote
Nei giorni scorsi, tra i commenti al post Un Paese con la P minuscola, è emerso un aspetto, in particolar modo riferito alla discussione sul ddl Cirinnà, che riporto integralmente.
Nei giorni scorsi, tra i commenti al post Un Paese con la P minuscola, è emerso un aspetto, in particolar modo riferito alla discussione sul ddl Cirinnà, che riporto integralmente.
Siamo entrati nella settimana in cui riparte in Parlamento il confronto sul ddl Cirinnà, dopo aver assistito nelle ultime due settimane prima alla manifestazione dei Pro-DDL e poi, sabato scorso, al Family Day.
Terza puntata della seconda stagione di Si viene e si va e iniziamo con qualche numero: gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) sono aumentati in dieci anni del 49,3%.
La politica si sta lentamente risvegliando dal letargo vacanziero e gli abbronzati abitanti delle aule parlamentari spuntano fuori come i funghi, imponendo all’attenzione di noi cittadini le solite promesse-non promesse che ci ricordano, qualora ne avessimo bisogno, in che Stato siamo ridotti.
Una nazione in fuga. Così viene definita l’Italia su CapX, magazine inglese di stampo liberale (l’articolo completo Italy: a nation on the run lo leggete qui). Si parte da un concetto: “uno degli obiettivi dell’Europa è la libera circolazione di capitale umano”.
Ho da sempre sostenuto la necessità che l’Italia diventi un paese civile e moderno per ciò che concerne le pari opportunità. In un post di ormai tre anni fa (qui potete rileggerlo), riportavo dati ed esempi di quanto il nostro Paese sia ancora profondamente maschilista.
In queste settimane di manifestanti manganellati, scioperi annunciati, imprenditori quasi stupiti dalle mosse (a loro favore) del governo, ognuno sventola la propria soluzione “migliora-paese” come l’unica realizzabile nonchè vincente, se non fosse che la stessa è frenata dai disdicevoli muri ideologici delle controparti, le quali non accettano per partito preso di sedersi al tavolo della … More Focus
In questi giorni seguo con interesse particolare due avvenimenti, collegati entrambi al concetto di giusta causa: la discussione italiana sul mercato del lavoro e gli avvenimenti legati alle manifestazioni organizzate dai movimenti studenteschi ad Hong Kong. Sul primo punto, mi riservo di tornare in un prossimo post, essendo l’argomento particolarmente spinoso e delicato, in attesa … More Per una giusta causa #1
Alcuni giorni fa raccontavo nuovamente l’episodio, già citato nel post Grande fratello 2.0 (qui) di oltre un anno fa, i cui protagonisti erano due nostri amici, laowai come noi in Cina, che si erano ritrovati con il telefono muto dopo aver ricevuto una mail contenente un allegato nel cui titolo erano presenti le parole Human Rights.
Sarà vero? Dopo Miss Italia avere un Papa nero, no me par vero; un Papa nero, che ‘scolta ‘e ‘me canson in venessian perché el xè nero african. (Pitura Freska, Papa Nero, 1997) Nel Comunicato Stampa n.11/2013 del 24 giugno, la Fondazione Migrantes (fondazione afferente la Comunità Episcopale Italiana) descrive l’andamento del flusso migratorio degli … More Il Papa nero e l’Orango