Rewind – La grande bellezza sfiorita

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Su L’Espresso dell’11 dicembre 1955 Manlio Cancogni intitolava il suo articolo Capitale corrotta=Nazione infetta. Esattamente sessanta anni dopo, ci siamo ritrovati nel bel mezzo di Mafia Capitale e della presunta vicenda Marino. Vicenda della quale si è scritto e parlato troppo: anch’io ero tentato di postare qualcosa in proposito, poi mi sono detto che troppo tempo si sta spendendo nell’analisi di fatti e misfatti di persone, perdendo di vista l’aspetto più importante e cioè Roma. Di che cosa ha bisogno questa città per tornare ad essere ciò che merita e cioè una delle più belle capitali del mondo?

Mi è così tornato in mente il post fatto quasi due anni fa su La Grande Bellezza. Oggi più che mai lo trovo attuale e così ho deciso di riproporvelo qui sotto. Buona lettura.


La grande bellezza sfiorita

Capitale corrotta=Nazione infetta – articolo tratto da L’Espresso


6 risposte a "Rewind – La grande bellezza sfiorita"

  1. La Grande Bellezza metteva malinconicamente in mostra un tempo andato ma ancora presente e vissuto. Lo faceva con garbo e con magnificenza che gli sono valsi orgogliosamente l’Oscar. Il dato triste è che quella Grande Bellezza (a Roma, come a Napoli, a Venezia…) è in decadenza non solo morale, ma anche fisica, attraverso gli usi e costumi di una classe dirigente inadeguata e soprattutto per mezzo di uno scollamento civile ed etico dell’intera popolazione. Vuoi per la difficoltà delle grane quotidiane e familiari, vuoi per il distacco disilluso di tante rivoluzioni proposte e mai avvenute. Viviamo in un tempo similare a quello del Gattopardo dove alla vita oziosa e barocca di pochi si oppone la sofferenza dei tanti. Gli arresti, le dimissioni, le urla e le volgarità sono ben poca cosa (quella più conclamata) rispetto ad una verità dei fatti che ci vede tutti, protagonisti e vittime insieme di un declino che abbiamo provocato e verso il quale adesso ben poco possiamo farci. Non credo più alle rivoluzioni politiche e sociali, rappresentano quelle solo un momento di provocazione contro i nostri avvilimenti; il dato di fatto è di tutti nella gestione del quotidiano, difficoltosa, ingestibile, assurda e talvolta (spesso) kafkiana, dove ad un’assenza di tutele si sostituisce il sopruso legalizzato e non.

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    1. Come te, Lois, anche io non ho più fiducia nelle rivoluzioni. Stamattina ascoltavo su Radio 24 l’intervista a Gherardo Colombo, storico membro del Team Mani Pulite, il quale ha detto una frase agghiacciante: la corruzione in Italia non è un problema politico-economico, ma è culturale.
      Come dire, in Italia siamo corrotti dentro. E non credo che questo lasci spazio a molto altro.

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