La settimana scorsa mi sono avventurato sulla A4, in direzione Milano: prima di partire, ho cercato su Google Maps le indicazioni stradali, per verificare quale fosse la migliore soluzione per addentrarmi all’interno della città. L’immagine è stata desolante:
un’autostrada costellata di lavori in corso e conseguenti code e rallentamenti che mortificano la più importante direttrice del Nord Italia e soprattutto fanno perdere anni di vita ai pendolari. L’aspetto più sconvolgente è che se avessimo fatto la medesima fotografia una decina di anni fa quasi certamente il risultato sarebbe stato identico. Mi sono così venuti in mente un paio di aneddoti vissuti in Cina, in particolare nei primissimi mesi di permanenza a Suzhou: ricordo che ciò che scatenava il mio stupore era la rapidità con cui sbucavano come funghi in autunno grattacieli e strade, iperattività edile che generava seri problemi nel costruirsi punti di riferimento per l’orientamento.
Entrambi gli aneddoti nascono nel marzo 2009, durante la mia prima visita a Suzhou. Durante il viaggio in taxi dall’albergo all’azienda, un mio collega mi aveva segnalato alcuni edifici e fabbriche da tenere come riferimento: in una città così grande, sconosciuta e nella quale ci si deve muovere senza conoscere la lingua, è quanto meno indispensabile fissare pochi punti e ben chiari, anche perché le lunghe e ampie strade appaiono tutte uguali. Durante la settimana di permanenza, ero così riuscito a memorizzarli, in modo da trovarmi avvantaggiato quando sarei tornato: Lushan Lu era la mia strada di riferimento e sapevo il punto esatto in cui avrei dovuto indicare al tassista di girare a sinistra. L’unica difficoltà era rappresentata da grossi lavori in corso (caratterizzati dai classici ponteggi fatti in canne di bambù) proprio a metà tra le due carreggiate, lavori erroneamente attribuiti alla costruzione della prima linea della metropolitana. Ritornato a giugno, Lushan Lu era diventata l’appoggio di una sopraelevata a scorrimento veloce, che consentiva di ridurre il traffico e di velocizzare gli spostamenti, potendo infatti saltare tutti i semafori. Camion, operai, ruspe erano spariti, sostituiti magicamente da sei chilometri di strada, così come erano spariti i miei riferimenti! A quel punto, provate voi a spiegare al tassista che ha sbagliato strada…
Il secondo aneddoto riguarda invece i treni e parte dinuovo da un impietoso confronto con le nostre infrastrutture. Torino Porta Nuova – Mondovì, circa 80 chilometri coperti con un treno regionale in un’ora e mezza, spesso corredata da ritardi dovuti a cause ignoti. Suzhou – Shanghai: la stessa distanza coperta in 18 minuti con treni ad alta velocità. Prezzo del biglietto: identico! Servizio: nel primo caso pessimo, nel secondo strabiliante. Entrambe le tratte sono battute da pendolari, ma è facile capire come nel primo caso non sia concepibile viaggiare ed avere anche un minimo di vita sociale.
Da un anno all’altro, mi rendevo conto che la città si modificava sotto i nostri occhi, ad una velocità impressionante e questo rappresenta la dinamicità di un Paese che è in continua evoluzione: a parità di metafora, l’Italia è rappresentata dalla Salerno-Reggio Calabria. Chissà quando veramente avremo il coraggio di cambiare verso.
prestare ancora attenzione ai rottami di un paese dissestato è come guardare al dito che invece indica la luna. Il problema vero sta nella testa della gente che è la cosa più difficile da cambiare! fintanto che questo sistema rimane al comando del paese la situazione può solo peggiorare! e pensare che chi ha messo in ginocchio questo paese possa essere in grado di (voglia) rimetterlo in sesto è un vomitevole miraggio che i media perseguono tutti i giorni con determinazione e che fa ancora abboccare troppa gente. Solo alla morte del rensuconismo potremo iniziare a risalire e forse fra qualche decennio finire anche la SA-RC.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Renato, vedo che la VPN ha cominciato nuovamente a funzionare! Assumiamo che tu abbia ragione: ma qual è la tua proposta concreta per cambiare la testa della gente? Scatenare la giugulare senza dire ciò che si può fare è un po'sterile, non trovi? e soprattutto, perchè dobbiamo continuare con questo isterismo? Non val la pena respirare e tentare di mettersi tutti intorno ad un tavolo, indipendentemente dal colore politico, per far risorgere questo paese?
"Mi piace""Mi piace"