Alcuni giorni fa raccontavo nuovamente l’episodio, già citato nel post Grande fratello 2.0 (qui) di oltre un anno fa, i cui protagonisti erano due nostri amici, laowai come noi in Cina, che si erano ritrovati con il telefono muto dopo aver ricevuto una mail contenente un allegato nel cui titolo erano presenti le parole Human Rights.
Soliti sguardi allibiti dei miei interlocutori, stupiti del fatto che uno Stato possa assoldare (numero ufficioso, ma non sicuramente esagerato) 25000 persone nel corpo della Polizia Censoria. Mi sono permesso allora di domandare agli stessi interlocutori se fossero rimasti altrettanto esterrefatti dal caso Datagate, esploso poche settimane fa e capace di sbugiardare quella che si definisce la più grande democrazia del mondo, con la sua NSA (National Security Agency) super-impegnata a spiare da tempo tutti senza dover spiegare alcunchè. L’NSA ovviamente si è fatta scudo dietro la necessità di evitare un altro 11 Settembre, tragedia immane che ha segnato il futuro di intere generazioni americane, ma che tra le stanze del potere sta diventando un alibi per avere libertà di azione. Non mi spiego infatti perché ascoltavano le telefonate della Merkel, la quale, nota per il suo rigore e la sua intransigenza, non mi sembra identificabile come una jihadista integralista. In Italia, è vero che Silvio ha colpevolmente salvato dalle grinfie della Questura una pericolosissima terrorista egiziana, che si spacciava per la nipotina di Mubarak: ma una volta affidata alle dolci cure di Nicole Minetti, la dolce Ruby è rinsavita, diventando una giovane principessa dai modi educati destinata a partecipare a cene di gala e cancellando così il suo violento passato. Quindi, perché controllare miliardi di telefonate, messaggi e chat, con quale obiettivo?
In Cina è chiaro che lo scopo è quello di preservare il dominio del Governo e quindi del Partito, in particolare dalla diffusione epidemica di pareri di opposizione (nell’articolo che vi riporto qui potete approfondire): i censori non si preoccupano tanto del parere di un singolo, quanto del fatto che questo possa diventare condiviso da molti, creando quindi movimenti organizzati di protesta, come accaduto nei Paesi Islamici durante la Rivoluzione dei Gelsomini. È evidente che siamo agli antipodi della democrazia e della libertà di espressione, tuttavia il potere cinese giustifica il tutto con la necessità di gestire uno Stato sconfinato in dimensioni e con quasi due miliardi di persone. Giustificazione inaccettabile, ma a maggior ragione accetto ancor meno i lunghi tentacoli degli amici americani, che sostengono di aver generato la democrazia moderna: mi piacerebbe infatti che non la applicassero solo all’interno dei patrii confini, ma che fossero da esempio per tutti, mettendo da parte la loro mania di onnipotenza.