Shutdown

Tasche vuote

Gli americani sono dei fighi.
Nell’annunciare lo shutdown dello Stato Federale (traduzione: non hanno più un cent in cassa), sono stati hollywoodiani: “Abbiamo chiuso la Statua della Libertà”. Ma avreste mai immaginato questo monumento, simbolo di un’intera nazione e di quella libertà di cui gli Stati Uniti tanto si vantano, con un cartello Closed, hope coming back soon (Chiuso, spero di tornare presto)?

Shut down USA

Non solo la Statua con la fiamma è stata vittima dello shutdown: il buon Barack, rimasto solo soletto all’interno della White House e senza cuochi, ha dovuto optare per un banalissimo (ma americanissimo) fast food, pur di non arretrare sull’Obamacare(la riforma sanitaria fortemente voluta dal Presidente e dai Democrats). Riforma che non ha trovato le dovute coperture (ormai in Europa siamo tutti esperti di terminologia finanziaria), portando così ancora più in sofferenza le finanze federali e sforando nuovamente il record del debito pubblico.

Obama, Hamburger

E così, il tempo di un soffio e 800000 persone si sono ritrovate senza lavoro. Tutto il mondo è paese, si suole dire: negli USA stanno vivendo da tre anni un perenne stallo, in quanto dopo le elezioni di medio periodo il Congresso si è ritrovato perfettamente diviso (una Camera è democratica, l’altra è Repubblicana), ingessando l’attività politica dello Stato Federale, soprattutto in termini di Grandi Riforme. La stessa Germania ha visto una vittoria schiacciante della Merkel, ma per avere la maggioranza deve comunque stringere un’alleanza politica con i rivali dell’SPD. Stesso dicasi anche per la Gran Bretagna.
Grande Coalizione o Larghe Intese che si vogliano chiamare, la politica di un Paese deve volgere il proprio sguardo al bene pubblico, accettando di buon grado la necessità del compromesso o sviluppandola, qualora questa non ci sia. In Italia, la politica è diventata esclusivamente una professione: il giorno stesso in cui si varcano le soglie di una delle due Camere, svanisce come una bolla di sapone il patto stretto nel segreto dell’urna e ci si dimentica della responsabilità di rappresentarci.
Lo stallo statunitense è un fatto eclatante e con un impatto mondiale, tuttavia è una lotta politica, che in questo momento si sta ingessando su fronti troppo distanti, ma basata su aspetti che riguardano il popolo.Quando i nostri parlamentari si decideranno a fare le barricate per ciò che riguarda noi Italiani, probabilmente torneremo a sperimentare un po’di giustizia sociale: la Giustizia con la G maiuscola, quella che non ha il colore di nessun partito e che è l’unica di cui abbiamo interesse.


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