Rassegna Stampa 25 Marzo 2012

La Rassegna Stampa di questa domenica si sofferma sullo sport, in particolare sul volley.
La prima notizia é quella che riguarda purtroppo Vigor Bovolenta (articolo tratto da Gazzetta.it), centrale della Nazionale Italiana argento alle Olimpiadi di Atlanta, che in un pomeriggio qualunque, giocando una delle tante partite, ha salutato questo mondo, evidentemente preferendone uno migliore. Sapete che non mi piace fare articoli speciali o scrivere dediche a personaggi che salgono alla ribalta anche in queste tristi occasioni, sospinti dal loro nome. Mi sconvolge peró il fatto che uno sportivo di 37 anni improvvisamente abbia un malore che gli stronchi la vita: gli atleti professionisti dovrebbero essere sani, controllati ed agonisticamente preparati. Certo, giocare in B2 non é come giocare in serie A, ma che cosa manca per scoprire qualcosa di anomalo? Qualcuno urlerà semplicemente al fato, al destino, ad un qualche recondito motivo nascosto a tutti, ma siamo sicuri che sia solo questo? Siamo sicuri che le visite mediche siano fatte in maniera accurata, anche per le serie minori di qualunque sport? Certamente rappresentano un costo per le società, proprio per questo sorge il dubbio, in queste circostanze, che tali spese vengano ridotte all’osso per far quadrare i conti.
E qui mi collego alla seconda notizia, che riguarda la chiusura, a fine stagione, della società Pallavolistica di Monza (articolo tratto da DallariVolley.it), anche se a me piace ancora ricordarla come Gabeca. Non entro nel merito di una decisione che riguarda ancora una volta una famiglia di imprenditori che ha legato il suo nome alla passione per lo sport, investendo soldi, tempo ed energia. Credo invece che il movimento pallavolistico (ma piú in generale, il movimento sportivo italiano) abbia evidenziato nell’ultimo decennio un regresso che sembra destinato a perpetrarsi ancora per molti anni. Dobbiamo lavorare ad una nuova organizzazione: ricostruire un forte network tra le società e le scuole, valorizzando i vivai e creando dei campus dove si insegni che lo sport non é un modo facile per fare soldi, ma sacrificio e passione; costruire società sane che non dipendano solo dal mecenatismo di alcuni imprenditori appassionati, ma da vere strutture portanti, basate sul principio del fair play finanziario e su alti livelli di qualità manageriale; soprattutto ricreare un coordinamento nazionale forte che rigeneri il volley che tante soddisfazioni ci ha dato, nella speranza di tornare a vedere nuovi Bovolenta con medaglie luccicanti al collo.

Palleggio, pallavolo, Bovolenta

 


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