Hai un momento, Dio?

Perché forse la vita la capisce chi è più pratico.
(Hai un momento Dio?, Luciano Ligabue)
Vignetta, Dio, Cina
(Vignetta di proprietà del blog vukicblog.blogspot.com)

Mi sono imbattuto qualche giorno fa in un articolo di Tony Blair sul Washington Post e pubblicato in Italia da La Stampa, nell’inserto on-line VaticanInsider. Il titolo mi é sembrato quanto mai strano “La nuova Cina é vicina a Dio”. In particolare, una frase mi ha colpito: “Il confucianesimo indica che i confini tra fede, filosofia e moralità possono risultare sfocati. Esso infatti rappresenta la fede intesa come un valore, ovvero la negazione del sé a vantaggio degli interessi degli altri”. Ora, indipendentemente dal fatto che ogni religione o filosofia pseudoreligiosa dà una propria definizione di fede, per cui la suddetta non coincide con quella cristiano-cattolica, assumendo che possa essere accolta come valida, vorrei sapere dove Blair ha visto tutto questo proliferare di fede in Cina.

Su un aspetto gli do ragione: un Paese non puó essere valutato da notizie giornalistiche, statistiche, andamenti socio-politici diffusi piú o meno correttamente (come già discusso nel post sulla Foxconn), ma occorre viverci per capire. E infatti, dopo quasi tre anni vissuti nel Paese di Mezzo, posso sostenere che la fede non sta “infestando” la Cina.

Il popolo cinese é sempre vissuto e tuttora vive un materialismo ateistico che porta a pensare esclusivamente al proprio interesse, che per di piú deve sempre essere  monetizzato. Non esiste il concetto di solidarietà, di coesione ed equilibrio sociale: si vive per guadagnare i soldi che servano a condurre una vita dignitosa, a volte superando il limite dell’intelligenza umana. A tal proposito, un piccolo aneddoto, raccontatomi dalla viva voce di un general manager di un’azienda italiana.

Subito dopo il Capodanno Cinese, il manager di cui sopra riceve la notizia che un suo dipendente é deceduto nella propria abitazione per cause naturali, come ulteriormente accertato dagli organi competenti, per confermare la completa estraneità dell’azienda. Tuttavia la famiglia, ben lungi dal chiudersi in un comprensibile lutto, ha cominciato una guerra, fatta di blocco dei cancelli, picchetto davanti all’ufficio del lavoro, denunce per presunte irregolarità (dimostratesi tutte prive di fondamento dopo gli accertamenti), interviste alle TV locali, il tutto per tentare di estorcere alla ditta quanti piú soldi possibili, pur non avendone il benché minimo diritto! Hanno addirittura minacciato di portare la salma all’interno dell’azienda. Questo simpatico scherzetto é durato due settimane.

Non voglio screditare i Cinesi, ma descrivere un aspetto di loro che non riesco ad accettare. L’uomo ha realmente bisogno della trascendenza, di credere in un’entità che non sia materiale, per dare un senso meno oggettivo alla vita. E chiudo con una considerazione: i miei colleghi cinesi spesso dicono che noi Italiani sappiamo goderci la vita. Il ministro del Lavoro Tedesco martedí sera a Ballaró ha detto espressamente che degli Italiani apprezza lo stile di vita. Almeno c’é qualcosa che gli altri ci invidiano e io ne sono molto orgoglioso.


6 risposte a "Hai un momento, Dio?"

  1. I cinesi ci invidiano anche la religione, se è vero che nel padiglio italiano che si inaugurerà a maggio nella zona dell'expo ci sarà una fakechurch con un fakepriest che sposerà le coppie in stile italiano…

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  2. sì, era una battuta, in realtà sono d'accordo con te, soprattutto sulla completa assenza di solidarietà e coesione sociale. credo ti sia arrivata notizia (ormai risale a qualche mese fa) di quella bambina di due anni ridotta in fin di vita da alcune auto che l'hanno investita e che non è stata soccorsa da nessuno. diciotto persone l'hanno vista per terra, e l'hanno lasciata lì. e al proposito, non so neanche se sia sopravvissuta, alla fine.

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  3. Purtroppo no, si chiamava Yueyue e non ce l'ha fatta… ne parlavo in un mio post di alcuni mesi fa http://ilpensatorelaowai.blogspot.com/2011/10/post-n-18-ognissanti.html). Senza cercare casi troppo strani, basta vedere quello che succede in occasione di un incidente, per esempio tra una macchina ed una bicicletta (mai visti? strano, ne capita uno ogni poche ore…): tutti intorno ad osservare, nessuno che alzi un dito e magari a terra c'é qualcuno che sta male… della serie, lo spettacolo deve ancora cominciare…

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  4. Ho letto l'articolo di Blair, cosi' come tempo fa lessi i libri che sulla Cina furono scritti da Terzani e da Rampini (su due epoche diverse oltre che da 2 giornalisti con spessore spirituale molto diverso). A naso (non avendo mai visto la Cina in prima persona), mi sentirei di dire (prendendo per buoni T&R) che Blair ha preso un fischio per un fiasco (purtroppo quando si cerca di fare il mestriere altrui succede sovente).
    Premettendo che il Confucianesimo non e' una religione rivelata (come potrebbero essere le monoteiste) ne' una filosofia religiosa olistica (come ne e'/era pieno l'Oriente), ma una filosofia di comportamento per la buona condotta del governo, e una disciplina etica del singolo “suddito”(se nessuno si scandalizza, direi che e' qualcosa che si avvicina per alcuni versi a Socrate, quindi nulla di rivelato o illuminato, ma solo speculazione della ragione, eretta a guida, e non “dea” come gli illuminiSTI del '700 la intendevano), che storicamente ha pervaso la storia della Cina. Come spesso accade nei governi degli ultimi 2 secoli e mezzo, a tutte le latitudini e longitudini, si cerca di prendere qualcosa della tradizione (religione, correnti filosofiche), e di plasmarlo per creare una specie di religione di patria (nell'Ottocento appunto chiamata patriottismo, in Italia i piemontesi ne costruirono una basandosi sul Cuore di De Amicis, libro che molto affondava nella pietas cristiana di cui l'Italia era permeata e pervasa) ma che con la tradizione non condivide/va affatto il fine (salvezza, resurrezione, reincarnazione etc. venivano e vengono ancor oggi sostituite da amor patrio, rispetto dell'autorita', cittadino modello etc.). Questo aspetto ultimo del neoconfucianesimo cinese, credo sia stato bene descritto dai 2 che citavo, e non ho motivi storici (seppur non esperienziali, dato che in Cina non ci sono stato) per non sentirmi in accordo con loro, dato che mi sembra, che si voglia conciliare la tradizione confuciana in una veste diretta al nuovo turbinio materialistico e affaristico che attualmente “va di moda” in Cina.
    Secondo filosofi delle religioni come Eliade o Guenon, in Cina, ha fatto sempre da contraltare al confucianesimo, una filosofia religiosa (in senso Orientale) piu' esoterica (riservata a pochi, solo perche' effettivamente a pochi, da sempre interessa piu' l'aspetto spirituale che materiale della vita) che fa capo a Lao Tze, e che va sotto il nome del Taoismo (che universalmente e' ritenuta una filosofia diretta al singolo e alla sua completezza spirituale e non alla societa' e alla sue strutture) e che in quanto tale non e' plasmabile per altri fini (avendo poco di carattere sociale, e mancando qausi del tutto di un involucro essoterico, cioe' di un corpus diretto alle masse, quale il confucianesimo invece). Tutto questo per dire, che Blair ha confuso i 2 fenomeni filosofici/religiosi… scambiando il primo per il secondo. Capita dai…. in Italia abbiamo un santone (laico) che si professa filosofo dicendo corbellerie ogni laica domenica (non dico chi e', per evitare le scomuniche dei suoi seguaci).

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  5. Caro Pietro, grazie del tuo contributo estremamente interessante ed anche esauriente. Si sentiva la tua mancanza sul blog! Io peró voglio sapere chi é questo santone, essendo fuori dall’Italia (ma ormai in fase di ritorno) devo pur sapere cosa succede laggiú!

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